Avevo in mente queste immagini da qualche tempo, finalmente
ho trovato un minuto per realizzarle e ora per “postarle”.
In piazza S. Francesco, bellissima per i pochi giorni dalla
chiusura del cantiere alla riapertura al traffico, il marciapiede, eseguito a
regola d’arte, a filo di regolamenti e senza la minima consapevolezza del suo
“uso” reale (non ho fatto in tempo a scattare una foto).
Alternativamente i "musi e i "posteriori" delle macchine rubano spazio ai pedoni che da parte
loro perfezionano l’ostruzione a se stessi con le biciclette.
E’ “naturale”
che entrando in uno edificio la bici la si “appoggi” accanto al portone. Per
una prassi diversa quantomeno ci vorrebbero delle rastrelliere per lasciare le
bici (certo rubando un po’ di posto ai parcheggiatori paganti) e naturalmente sarebbero
da sanzionare le auto che, oggettivamente, occupano il marciapiede.
Una semplice bici sull’unico accesso senza dislivello è
sufficiente per rendere inutilizzabile l’intero percorso pedonale. Certo un
marciapiede più ampio, più accessi (da noi sollecitati a diverso livelli di
responsabilità e competenza) sarebbero soluzioni troppo semplici ed economiche
per essere adottate, magari è meglio rifare tutto dopo come è stato fatto
(sempre su nostra segnalazione) all’altro capo della piazza.
E all’altro lato della piazza in effetti ci si sono le rastrelliere
e l’accesso senza dislivello al marciapiede di cui sopra, è più ampio, di testa e
per alcuni metri lungo il marciapiede.
Peccato che la potenziale accessibilità sia
in parte vanificata dall’accorta collocazione di “volumi” tecnici (contatori,
centraline, ecc., che chissà perché non possono “rubare” spazio ai parcheggi
piuttosto che ai pedoni) e dagli stessi parcheggi riservati ai disabili (come
dire “cavoli loro”… e poi non si può avere tutto).
Per buon peso nel “passaggio” regolarmente zebrato che
teoricamente dovrebbe/potrebbe restare libero per il passaggio dei
roto/poco-deambulanti automuniti, o pseudo pedoni che siano, si è pensato
bene di farlo capitare in corrispondenza di un palo.
Ma accade anche che laddove l’ingresso di un esercizio
commerciale rischierebbe di essere accessibile a tutti l’esuberante
vetrina delle mercanzie si traduce nella realizzazione di una posticcia quanto
vera “barriera architettonica”… pazienza, andremo a fare acquisti altrove!