Gli ultimi minuti di
“giochiamo in tutti i sensi” ci hanno regalato un gioco.
Un centinaio di persone, un laboratorio, giochi diversi e
assortiti, il tavolo dei disegni, immagini e filastrocche… nonostante
l’efficiente gruppo SPES e un‘organizzazione (quasi) perfetta dopo tre ore di
tutto questo i gruppi iniziano a diventare ingovernabili e il senso dei giochi
sempre più improbabile.
Accade così che il grande dado sensoriale dell’”oca del
gioco” diventa “pallone” con il rischio di finire distrutto. Che fare?
Raggruppati gli irrequieti
e più o meno seduti in terra in circolo chiediamo se hanno compreso il
“senso” di quel dado in gommapiuma che rotola scampanellando…
???
Semplice, il suono permette a chi non vede di individuare dove
va a cadere il dado. Proviamo: tiriamo il dado e a occhi chiusi ciascuno indica
il dado dove dovrebbe essere.
Indovinano tutti, funziona!
I “bolli” da 1 a 6 che indicano i numeri sono scavati –
l’avevate osservato? - in questo modo
tastando la superficie anche senza vedere è possibile capire quale numero è
uscito.
L’attenzione è riconquistata e persino un giusto di ordine e
dunque organizziamo il gioco. A turno tiriamo il dado e il vicino ad occhi
chiusi deve individuare dove è, raggiungerlo, “leggere” con il tatto il numero sulla
superficie e dichiararlo ad alta voce…
Alla fine del giro ovviamente tocca a me. Chiudo gli occhi,
il mio vicino tira il dado, individuo, raggiungo, tasto e declamo: “quattro!”.
Apro gli occhi e vedo un circolo di volti vagamente
canzonatori e un clamoroso “cinque”.
Ho sbagliato ma mi consolo, la Foligno senza barriere loro
la sapranno costruire davvero!
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