Una agenzia di stampa mi segnala la notizia che ad un
anziano signore, conosciuto come “Darietto”, in quel di Albenga e per la
seconda volta, è stata rubata la carrozzina elettrica. Con doverosa e giusta
ovvietà le agenzie sono un fiorire "odioso reato", solidarietà e persino appelli a “chi
avesse visto facce o movimenti strani in Via Sauro”.
“Siccome la carrozzina non entra nell’ascensore sono
costretto a lasciarla a piano terra” racconta Darietto, “nell’androne del
palazzo la collego alla presa del mio contattore elettrico per la ricarica”.
Senza nulla togliere alla vigliaccheria del furto, a me
viene da pensare che forse “Darietto”, disabile fin dalla nascita come
specifica l’agenzia, è stato “derubato” (magari con un sorriso) già prima di
questo gesto odioso. Forse avrebbe avuto diritto ad un ascensore più largo,
forse ad un appartamento a piano terra o, male che vada, almeno ad una
carrozzina più stretta.
Forse i tecnici che concedono protesi e carrozzine,
potrebbero spendere le proprie conoscenze non solo a filo di “nomenclatore” ma anche
per far sapere che esistono “ausili”
capaci di dare a tutti pari opportunità
e magari proporre a Darietto una carrozzina giusta per lui e per
l’ascensore, senza costringerlo a lasciare “le sue gambe” nell’androne del
palazzo.
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