Virginia, sulla pagina di facebook adotta una barriera ha apprezzato l’idea di un “Museo della stupidità umana” che abbiamo proposto nel post precedente.
Così anche noi ci abbiamo ripensato e in attesa che sia allestito in quel che resta della Concordia squarciata (pare) per uno stupido “inchino”, abbiamo deciso iniziare a raccogliere i reperti degni di essere esposti.
A Rivotorto, vicino Assisi, ci è successo di dovere andare in farmacia. Come capita appena allontanati ci siamo detti “accidenti potevamo fare una fotografia”
Ma al computer scopriamo con (dis)piacere che l’opera osservata e che candidiamo al Museo delle stupidità umana (attendiamo però l'assenso di Virginia), è documentata su “street view”, da cui l’immagine che così proviamo a descrivere:
La farmacia in quel di Rivotorto,
seppure il paese non ne abbia il torto,
ha la rampa d’accesso progettata
con logica perfetta e raffinata.
Con la carrozza a spinta o a motore
arrivi tranquillo al piano superiore
ma quando quasi già sei sull’ingresso
uno scalino dice che non sei ammesso
(“street view” oscura volti e targhe, sebbene conoscere sia sempre meglio che ignorare, un po’ per rispetto dell’intelligenza umana e un po’ per mostrare una giusta vergogna, suggeriremmo di oscurare “capolavori” come questo)
sabato 28 settembre 2013
...CON LICENZA
Lo stato dell'Iowa ha deciso di dare il porto d’armi a persone che sono parzialmente o completamente cieche.
La mia idea è che sarebbe il caso di istituire una licenza, prima ancora di quella di quella per usare le armi, per l’uso del cervello.
L’ Iowa certamente è lontano, ma anche a pochi metri da noi lo spettacolare “raddrizzamenti” di un transatlantico ci ricorda che anche chi l’ha incagliato sulla roccia causando 32 morti, certamente non meriterebbe il “porto di cervello”.
E come sempre fatto 30 si potrebbe fare 31, e l’idea potrebbe essere, recuperato il Concordia, di adibirlo a “museo della stupidità umana”.
Nel caso le barriere architettoniche e sensoriali, i negozi che rinnovano tutto tranne eliminare lo scalino all’ingresso, le comunicazioni sonore senza sottotitoli, le immagini senza braille e altro ancora, ne occuperebbero certamente una buona parte.
sabato 14 settembre 2013
TUTTO DA RIFARE
Grande
attesa per il concerto di Zubin Metha che il 24 settembre inaugura
ufficialmente piazza S. Domenico.
Capita
che tra chi prenota, anzi, cerca di prenotare, ci sia anche chi assisterà, anzi,
cercherà di assistere, al concerto dalla propria carrozzina.
All’atto
della prenotazione (oggi, mattina di sabato 14) l’indicazione è certa e sicura:
“il disabile non paga, paga solo l’accompagnatore”.
Non
pagare non è essenziale, essenziale è avere la possibilità di essere li come
chiunque altro, comunque perfetto, indicato il numero di “accompagnatori” e di
“disabili” l’attesa dei biglietti dura qualche secondo.
Accompagnatori
sistemati, per i disabili c’è da attendere “perché mi devono far avere i biglietti”.
Ma l’attesa “h tickets” sembra farsi lunga “magari ripassate tra un quarto
d’ora”.
Stasera
il "corteo storico della Quintana", il giro per la città piena di
gente, di scenografie e impianti in allestimento, prove microfoni, parrucchieri
già alle prese con le acconciature delle dame che sfileranno stasera, dura una
buona mezzora ma al ritorno anziché i biglietti pare che siano scomparsi
addirittura i posti riservati a chi li dovrebbe occupare con la propria
carrozzina.
Posti
da 15 euro, da 10, riservati alle autorità (in quantità apparentemente
esagerata)… ma posti disabili non ce ne sono: “forse dovremo riassegnare tutte
le prenotazioni, oscurare il sito e ricominciare tutto da capo”.
Raggiunta
telefonicamente una responsabile dell’organizzazione, o meglio della “non
organizzazione”, sembra alquanto preoccupata… ma non per gli esclusi: “ e no
signora, qui il problema grosso è il mio, non immagina che lavoro sia sistemare
ogni cosa e ora, si figuri, magari mi toccherà rifare tutto.
lunedì 9 settembre 2013
ALECALACINEBRAILLE
Alessandro dell’Acqua ha realizzato una maglietta
multisensoriale, ovvero con una scritta leggibile in alfabeto e al tatto in
braille. Nasce dalla collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano, ma per la moda non è la
prima esperienza: nel 2008 Fiorucci fece una maglietta in braille per
l’anniversario di una onlus che combatte la cecità nel mondo, mentre un sito
americano - fondato da una persona prima semplicemente interessata e poi vittima
essa stessa di una progressiva perdita della vista - propone in braille
accessori di ogni tipo. Noi che non comunichiamo utilizzando i tessuti ma
sostanzialmente la carta (di cellulosa o multimediale che sia) con la stessa
idea dell’alfabeto in lettere e in braille avevamo realizzato dei segnalibri…
magari uno è arrivato alla casa di moda.
A Madrid la prima sala cinematografica totalmente
accessibile, la sala 6 del Cines Dreams Palacio de Hielo. I non udenti possono
seguire i dialoghi nei testi che scorrono
in uno schermo al di sotto della
proiezione principale mentre i non vedenti possono ascoltare la descrizione
audio tramite cuffie che ricevono il segnale via “induzione” (senza fili). Ad un
progetto del genere stava lavorando anche la multisala Clarici, l’avevamo
menzionato anche nell’Access City Award, starà andando avanti?
Bertolucci ha ricevuto una lettera da Matilde una bambina che
ha una malattia neuromuscolare progressiva e vive “prigioniera” nella città “più bella del mondo”. Bertolucci
nella serata finale del Festival del Cinema ha voluto rilanciare l'appello.
L’amministrazione ha prontamente risposto: “non è possibile avere a Venezia
rampe e pedane stabili tutto l'anno - replica il sindaco - per superare le
barriere architettoniche costituite dai ponti, anche per evidenti problemi
estetici, ma certamente l'Amministrazione comunale è fortemente impegnata su
questo terreno e stiamo studiando nuove soluzioni».
Speriamo che non siano così nuove come il ponte di
Calatrava, una vera offesa all’accessibilità (e all’intelligenza) dove, giusto
per non creare discriminazioni, le persone con problemi motori per attraversare
il ponte vengono (uno per volta) chiusi in uovo che con “elegante lentezza” li
deposita sull’altra sponda!
domenica 8 settembre 2013
IL NUOVO SITO INTERNET
Con il prezioso aiuto di Baires stiamo (anzi per ora
perlopiù il lavoro è il suo) mettendo a punto il dominio http://www.folignobenecomune.it/http://www.folignobenecomune.it/ .
Sostanzialmente ci sarà lo stesso materiale di questo bolg e dell ID facebook "adiotta una barriera e rendila accessibile", in particolare gli interventi meno legati all’attualità più contingente e le iniziative
più specifiche come il Festival delle città accessibili, la possibilità di
consultare documenti, ecc., sempre nell’impegno di una città intesa come “straordinario
manufatto collettivo per dare a tutte le età e condizioni di tutti gli
individui pari opportunità”.
In questi ultimi giorni sempre Baires sta lavorando per l’accessibilità,
tre pulsanti in alto a destra permettono di ingrandire il testo e/o aprirlo a
schermo intero in una nuova finestra. Se ci segnalate problemi cercheremo di
risolveri…
Ultimo inserimento http://www.folignobenecomune.it/index.php/linkshttp://www.folignobenecomune.it/index.php/links
le “nostre” proposte formalizzate ai tavoli della “cabina di regia per il centro
storico” che a giorni riprenderà i lavori.
mercoledì 4 settembre 2013
LA NORMA E LA SOSTANZA
Le cose, i servizi, gli eventi e la città per tutti, insomma
l’accessibilità che è il tema di questa pagina e del nostro impegno, vive in
una specie schizofrenica realtà. Si perché da un lato c’è l’accessibilità
dettata da norme e regolamenti e dall’altra c’è quella che vive, insieme al
alla propria disabilità, chi si reca in un albergo, un museo, un evento
dichiarato e contrassegnato come accessibile e per scoprire che per se
accessibile non lo è affatto. E come se non bastasse questa doppia realtà, dell’accessibilità
rispetto alle norme e quella rispetto alle persone, è ulteriormente complicata
dai diversi marchi più o meno brevettati che dovrebbero attestare l’accessibilità
di luoghi e strutture. E’ di questi giorni la notizia che Roberto Vitali ideatore e concessionario del
villaggio e del marchio (depositato) “Village for all” è stato invitato alla a
partecipare all’audizione pubblica della Commissione TRAN (Trasporti e
Turismo), in programma il 5 settembre al Parlamento Europeo di Bruxelles,
dedicata al turismo accessibile.
Il mese scorso ci è capitato di cercare una camera
accessibile in una struttura dove campeggiava il marchio “V4A”a Cupramarittima.
Il problema più grosso spesso è il bagno e in effetti numerose stanze avevano
un bagno a norma… ma non accessibile per noi.
I disabili, come ha detto Isabella con la sua delicata
fermezza alla conferenza di sabato scorso a Spoleto, i disabili, ahimè, non
sono mai a norma. Ciascuno ha una norma tutta sua e la migliore garanzia per
una accessibilità vera non è applicare una regola, ma semplicemente tante
regole diverse e assortite.
Differenziare è meglio, perché è difficile immaginare un
bagno così ampio che ogni elemento è utilizzabile in carrozzina di fronte, da
destra e da sinistra, regolabile a diverse altezze con appoggi su tutti i lati
ma anche senza perché a qualcuno potrebbero impicciare… e non so nulla di cosa sarebbe
utile per un cieco, un sordo o una persona che abbia problemi nella
comunicazione… ma so che accessibile a tutti, “for all” o “4A” che sia,
dovrebbe essere accessibile a tutti e a tutte queste persone.
Ma a Cupramarittima, marchio (depositato)“V4A” la cosa che più
ci ha colpito è stato che il personale, peraltro gentilissimo e che ha consultato
insieme a noi le planimetrie di tutte le stanze, non aveva la minima
consapevolezza che per offrire una stanza accessibile non basta dire che è a norma,
bisogna chiedere e capire (ora forse lo sa).
Significativa è stata invece anni fa l’esperienza al
villaggio “I Girasoli” di Arezzo che offre sistemazioni in camere e in bungalow.
All’atto della prenotazione, prima ed unica volta, ci siamo sentiti chiedere “a
lei la tazza del bagno occorre a destra o a sinistra?”
Anche I Girasoli hanno il marchio “V4A” (quando siamo andati
noi mi pare non l’avesse) ma comunque il personale sa perfettamente quanti sono
i bagni destri e quanti i sinistri, larghi, stretti con le porte come. Fa
quelle domande perché conosce le cose di cui parla e sa che accessibile è
risolvere un problema ogni volta diverso. Perché ad essere “la norma” siano
quelle domande, l’AISM, che ha realizzato e gestisce I Girasoli, insieme ai luoghi forma le persone.
domenica 1 settembre 2013
...SI DIVENTA
Ieri, come annunciato, a Spoleto intenso incontro con il
dott. Marcello Villanova organizzato da “Ruotaabile onlus” e la pro loco di Spoleto Antonio Busetti.
Da più persone è stata richiesta la pubblicazione, edita a Genova circa 1972/73 e
che fa parte dell’archivio personale di Daniela Zipeto e Giorgio Raffaelli.
Ora
è in rete qui: http://issuu.com/folignobenecomune/docs/hsidiventa
Ai presenti all’incontro Giorgio Raffaelli l’ha presentata
così:
… Il fatto che le cose, i luoghi e le relazioni creino o
viceversa possano far superare un handicap, personalmente ho iniziato a
scoprirlo a Genova, frequentando Rosanna Benzi che viveva in polmone d’acciaio
e il mondo girava nella sua stanza. Attori, calciatori, scrittori, e noi
giovani di allora, ognuno portava un po’ delle sue cose in quella stanza e
usciva con quella stesse cose riviste a rovescio nello specchio attraverso il
quale Rosanna osservava il mondo. In quella stanza scrisse tre libri e sempre
da quel cilindro di ferro diresse un giornale. Nella Genova fuori da quella
stanza era una stagione di lotte, gli operai dell’Italsider insieme ai ciechi
del Davide Chiossone, quelle raccontate
anche nel film “Rosso come il cielo”, e poi il “comitato unitario handicappati”
che produsse il libro bianco “handicappati non solo si nasce ma si diventa”.
Una cinquantina di pagine per dire che l’handicap non è semplicemente una
disabilità ma soprattutto tutto ciò che ti circonda. Tutto ciò che noi
presunti, e presuntuosi, normali realizziamo incapaci di immaginare gli altri… (“Gli
altri” sarà il titolo del periodico diretto da Rosanna – n.d.r)
… che l’handicap non è solo una patologia ma un società in
cui non esisti, “handicappati si diventa” scrivemmo semplicemente allora, lo ha
compreso e lo documenta il corposo manuale dell ICF… un sistema realizzato da più paesi europei,
tra cui l’Italia, per valutare la disabilità, o più precisamente, lo stato di
salute delle persone. L’ICF in pratica non valuta… la presenza di una
patologia, un problema fisico, sensoriale o relazionale ma… questo in relazione alle “cose” con cui la persona
convive, il contesto, la casa, la città, i servizi, le relazioni, la mobilità, ecc ..
Sarebbe come dire che anziché chiamare ai ripetuti controlli
che sappiamo la persona disabile, fosse sottoposto a controllo il luogo dove
vive, le cose di cui dispone, le persone con cui si relaziona.
Non riesco ad avere una carrozzina elettronica con la statica,
allora mi sono aggravato! Mi sono arreso
alla burocrazia per avere un computer a comando oculare, sono assolutamente
peggiorato! La città ha eliminato qualche barriere architettonica o sensoriale,
allora, finalmente, il mio handicap è meno grave.
Iscriviti a:
Post (Atom)