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mercoledì 4 settembre 2013

LA NORMA E LA SOSTANZA

Le cose, i servizi, gli eventi e la città per tutti, insomma l’accessibilità che è il tema di questa pagina e del nostro impegno, vive in una specie schizofrenica realtà. Si perché da un lato c’è l’accessibilità dettata da norme e regolamenti e dall’altra c’è quella che vive, insieme al alla propria disabilità, chi si reca in un albergo, un museo, un evento dichiarato e contrassegnato come accessibile e per scoprire che per se accessibile non lo è affatto. E come se non bastasse questa doppia realtà, dell’accessibilità rispetto alle norme e quella rispetto alle persone, è ulteriormente complicata dai diversi marchi più o meno brevettati che dovrebbero attestare l’accessibilità di luoghi e strutture. E’ di questi giorni la notizia che  Roberto Vitali ideatore e concessionario del villaggio e del marchio (depositato) “Village for all” è stato invitato alla a partecipare all’audizione pubblica della Commissione TRAN (Trasporti e Turismo), in programma il 5 settembre al Parlamento Europeo di Bruxelles, dedicata al turismo accessibile.
Il mese scorso ci è capitato di cercare una camera accessibile in una struttura dove campeggiava il marchio “V4A”a Cupramarittima. Il problema più grosso spesso è il bagno e in effetti numerose stanze avevano un bagno a norma… ma non accessibile per noi.



I disabili, come ha detto Isabella con la sua delicata fermezza alla conferenza di sabato scorso a Spoleto, i disabili, ahimè, non sono mai a norma. Ciascuno ha una norma tutta sua e la migliore garanzia per una accessibilità vera non è applicare una regola, ma semplicemente tante regole diverse e assortite.
Differenziare è meglio, perché è difficile immaginare un bagno così ampio che ogni elemento è utilizzabile in carrozzina di fronte, da destra e da sinistra, regolabile a diverse altezze con appoggi su tutti i lati ma anche senza perché a qualcuno potrebbero impicciare… e non so nulla di cosa sarebbe utile per un cieco, un sordo o una persona che abbia problemi nella comunicazione… ma so che accessibile a tutti, “for all” o “4A” che sia, dovrebbe essere accessibile a tutti e a tutte queste persone.
Ma a Cupramarittima, marchio (depositato)“V4A” la cosa che più ci ha colpito è stato che il personale, peraltro gentilissimo e che ha consultato insieme a noi le planimetrie di tutte le stanze, non aveva la minima consapevolezza che per offrire una stanza accessibile non basta dire che è a norma, bisogna chiedere e capire (ora forse lo sa).
Significativa è stata invece anni fa l’esperienza al villaggio “I Girasoli” di Arezzo che offre sistemazioni in camere e in bungalow. All’atto della prenotazione, prima ed unica volta, ci siamo sentiti chiedere “a lei la tazza del bagno occorre a destra o a sinistra?”

Anche I Girasoli hanno il marchio “V4A” (quando siamo andati noi mi pare non l’avesse) ma comunque il personale sa perfettamente quanti sono i bagni destri e quanti i sinistri, larghi, stretti con le porte come. Fa quelle domande perché conosce le cose di cui parla e sa che accessibile è risolvere un problema ogni volta diverso. Perché ad essere “la norma” siano quelle domande, l’AISM, che ha realizzato e gestisce I Girasoli,  insieme ai luoghi forma le persone.

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