Mentre l’ing. Rossi sta arroventando le caselle di posta
elettronica di architetti e ingegneri vari e assorti per “aiutare qualche
barriera a diventare un luogo accessibile a tutti” ci ha contattato l’Istituto
Comprensivo Statale Carducci nella persona della prof. Speranzini Maria Vera.
In attesa di incontrarci di persona abbiano visitato “virtualmente” il plesso
di via dei Molini e all’interno di quelle mura che tante volte abbiamo
“circumpedoruotato” abbiamo scoperto una bellissima struttura che dichiara un
assortimentodi attività diverse e colorate.
Venendo al nostro progetto l’appassionata adesione non ha
fatto venire meno il loro spirito “pragmatico” e nell’idea di farsi carico di
un’adozione a misura delle loro risorse si sono proposti di adottare… le fermate
degli autobus! Esatto.
Hanno osservato che gli orari sono scritti così in piccolo
che in particolare gli anziani, che magari usano i mezzi pubblici anche più di
altri, per non parlare di chi non ha la vista più che aguzza, sono praticamente
illeggibili.
I ragazzi e le ragazze della scuola sarebbero disposti anche
a “declamare” orari e percorsi se si potesse addirittura dotare le fermate di
comunicatori vocali, ma certamente i cartelli con scritte in grande e più
contrastate, magari con sovrastampa in braille, sono certi che sia un aiuto che
“allo loro barriera” saranno in grado di darlo.
Una mezza idea l’avrebbero anche per comunicare con modalità
multisensoriali anche qualche opera di Palazzo Trinci… ma magari è più
complesso.
Abbiamo subito parlato della loro proposta agli amici de Il
Sole (associazione ciechi e ipovedenti) che testualmente hanno commentato.
“…noi non l’avevamo ancora mai detto perché ci sembrava di essere pignoli ma è
un vero problema…”
Noi siamo andati a fare qualche fotografia e proponiamo la
soluzione che vedete… è una bella lente con luce incorporata che solitamente fa
del suo meglio sulla nostra scrivania, ottima ma… non abbiamo trovato una
prolunga lunga abbastanza.
P.S. Il libro della Montessori (dorso giallo nell’immagine) che
non trovavamo si era nascosto tra “il legatore di libri” e “L’altrui mestiere”
di Levi, poco distante da una raccolta di testi di Mogol e una zolla di carburo recuperata praticamente sotto casa nostra durante gli scavi per la
ri-pavimentazione.
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