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domenica 20 ottobre 2013

PROGETTI DIFFICILI



Anche la storia dell'adotta una barriera in fondo inizia da una “passeggiata consapevole” di una  amministratrice (oggi vice sindaco) della nostra Foligno, dunque ci siamo iscritti ed apprezziamo le “passeggiate” organizzate, insieme a diversi altri soggetti,  dal Gruppo di Lavoro per l’Accessibilità del Consiglio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Ascoli Piceno (19 ottobre Ascoli Piceno, 9 novembre S. Benedetto del Tronto).
In ragione del limitato numero di “non ausili” di cui saranno dotati i “normopartecipanti” per percorrere i percorsi individuati nelle medesime condizioni di chi sordo, cieco,  semi o rotodeambulante, ecc., ci ha scritto l'organizzatrice architetto Elisabetta Schiavone, sono riservate a professionisti e P.A….  “se foste interessati a venirci a trovare sarebbe per me un piacere” (se riusciamo parteciperemo a quella del 9 novembre).
Resta però un interrogativo che ci assilla e con cui non di rado tormentiamo a nostra volta singole persone e consessi.
Se per comprendere come progettare (o anche amministrare) luoghi, case e cose a misura delle persone disabili occorre fare esperienza in carrozzina, bendati sugli occhi o nell'udito, la domanda è: come sarà possibile progettare un ristorante senza provare a fare il cuoco o il cameriere, un ospedale senza cimentarsi in sala operatoria o in infermeria, un aeroporto senza aver fatto decollare almeno un piccolo aereo da turismo, o più semplicemente un muro senza aver fatto il muratore e una casa senza essere almeno per un po” “casalinga”... ?

Fino a quando mi sono iscritto all'università (in tempi ormai molto remoti alla facoltà di architettura di Genova) ho sempre immaginato di fare l'architetto, poi, colpito io per primo da questo dubbio, ho iniziato ad essere un po' muratore, cuoco, cameriere, falegname, casalinga, simil-rotodeambulante... e in verità non ho ancora finito di imparare!

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