Anche la storia dell'adotta una barriera in fondo inizia da una
“passeggiata consapevole” di una
amministratrice (oggi vice sindaco) della nostra Foligno, dunque ci
siamo iscritti ed apprezziamo le “passeggiate” organizzate, insieme a diversi
altri soggetti, dal Gruppo di
Lavoro per l’Accessibilità del
Consiglio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori
di Ascoli Piceno
(19 ottobre Ascoli Piceno, 9 novembre S. Benedetto del Tronto).
In ragione del
limitato numero di “non ausili” di cui saranno dotati i “normopartecipanti” per
percorrere i percorsi individuati nelle medesime condizioni di chi sordo,
cieco, semi o rotodeambulante, ecc., ci
ha scritto l'organizzatrice architetto Elisabetta Schiavone, sono riservate a
professionisti e P.A…. “se foste
interessati a venirci a trovare sarebbe per me un piacere” (se riusciamo
parteciperemo a quella del 9 novembre).
Resta però un
interrogativo che ci assilla e con cui non di rado tormentiamo a nostra volta
singole persone e consessi.
Se per comprendere
come progettare (o anche amministrare) luoghi, case e cose a misura delle
persone disabili occorre fare esperienza in carrozzina, bendati sugli occhi o
nell'udito, la domanda è: come sarà possibile progettare un ristorante senza
provare a fare il cuoco o il cameriere, un ospedale senza cimentarsi in sala
operatoria o in infermeria, un aeroporto senza aver fatto decollare almeno un
piccolo aereo da turismo, o più semplicemente un muro senza aver fatto il
muratore e una casa senza essere almeno per un po” “casalinga”... ?
Fino a quando mi
sono iscritto all'università (in tempi ormai molto remoti alla facoltà di
architettura di Genova) ho sempre immaginato di fare l'architetto, poi, colpito
io per primo da questo dubbio, ho iniziato ad essere un po' muratore, cuoco,
cameriere, falegname, casalinga, simil-rotodeambulante... e in verità non ho
ancora finito di imparare!
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