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domenica 21 luglio 2013

ACCESSIBILITA' SENZA GLUTINE



Sottotono, anzi, toni accesi ma inconcludenti per l’ultimo “tavolo” per la cabina di regia del centro storico, giovedì scorso. Di fronte alla volontà ferma, declamata e conclamata, da parte degli amministratori, Flagiello e Frigeri, di definire in norme non “diversamente interpretabili” le regole per l’accessibilità degli esercizi commerciali (“sarà eventualmente la politica a stabilirne tempi di applicazione più o meno rigidi” testuale di Flagiello) da parte del tecnico della regione l’attenzione è stata spostata sui PEBA, illustrati come mappatura dell’accessibilità: “accessibilità è dare le informazioni di quali luoghi sono accessibili e quali no”.
I PEBA, i Piani di Eliminazione delle Barriere Archiettoniche, avrebbero dovuto  essere adottati da tutte le Amministrazioni Comunali entro il 28 febbraio 1987. la Legge Quadro 104/92 ampliò stabilendo che i piani dovessero essere “modificati con integrazioni relative all’accessibilità degli spazi urbani, con particolare riferimento all’individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili, all’installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone handicappate”.
Dunque i PEBA sono riferiti agli spazi pubblici e la “mappatura” (pur innegabile la sua immediata utilità anche come tale) è intesa come strumento per formalizzare i piani Pluriennali di Abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali.
A fronte di molte ambiguità  è invece univoca la legge 67/2006, “misure per la   tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”. Ai sensi di questa legge si ha discriminazione indiretta  quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto, o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto alle altre.
Nemmeno commentabile la parte della discussione secondo la quale “il bar qui sotto” anziché l’accesso senza barriere architettoniche potrebbe offrire alla clientela il gelato per ciliaci e con ciò essere “accessibile”… !?…ok, ma certo per realizzare la rampa ce ne vorrebbe davvero parecchio!

Rimane un fatto importante, disabili, anziani, bambine e bambine, donne in gravidanza, genitori e simili con passeggini, ecc., rappresentano un popolo numeroso e che raramente viaggia da solo: pari opportunità a parte è davvero un buon affare tenere per loro le serrande e abbassate?

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