Sottotono, anzi, toni accesi ma inconcludenti per l’ultimo
“tavolo” per la cabina di regia del centro storico, giovedì scorso. Di fronte
alla volontà ferma, declamata e conclamata, da parte degli amministratori,
Flagiello e Frigeri, di definire in norme non “diversamente interpretabili” le
regole per l’accessibilità degli esercizi commerciali (“sarà eventualmente la
politica a stabilirne tempi di applicazione più o meno rigidi” testuale di
Flagiello) da parte del tecnico della regione l’attenzione è stata spostata sui
PEBA, illustrati come mappatura dell’accessibilità: “accessibilità è dare le
informazioni di quali luoghi sono accessibili e quali no”.
I PEBA, i Piani di Eliminazione delle Barriere
Archiettoniche, avrebbero dovuto essere
adottati da tutte le Amministrazioni Comunali entro il 28 febbraio 1987. la
Legge Quadro 104/92 ampliò stabilendo che i piani dovessero essere “modificati
con integrazioni relative all’accessibilità degli spazi urbani, con particolare
riferimento all’individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili,
all’installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della
segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone
handicappate”.
Dunque i PEBA sono riferiti agli spazi pubblici e la
“mappatura” (pur innegabile la sua immediata utilità anche come tale) è intesa come
strumento per formalizzare i piani Pluriennali di Abbattimento delle barriere
architettoniche e sensoriali.
A fronte di molte ambiguità
è invece univoca la legge 67/2006, “misure per la tutela giudiziaria delle persone con
disabilità vittime di discriminazioni”. Ai sensi di questa legge si ha
discriminazione indiretta quando una
disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto, o un comportamento
apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di
svantaggio rispetto alle altre.
Nemmeno commentabile la parte della discussione secondo la
quale “il bar qui sotto” anziché l’accesso senza barriere architettoniche
potrebbe offrire alla clientela il gelato per ciliaci e con ciò essere “accessibile”…
!?…ok, ma certo per realizzare la rampa ce ne vorrebbe davvero parecchio!
Rimane un fatto importante, disabili, anziani, bambine e
bambine, donne in gravidanza, genitori e simili con passeggini, ecc., rappresentano
un popolo numeroso e che raramente viaggia da solo: pari opportunità a parte è davvero
un buon affare tenere per loro le serrande e abbassate?
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