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martedì 16 luglio 2013

GIROPITTURA STORY



Per chi aderisce, offrendo 5 euro, al progetto della “ludotricicletta” (vedi http://crowdfunding-italia.com/projects/ludotricicletta/ ), il diritto in esclusiva a decorare una t-shirt con la “giropittura”. Fiorse la “giropittura” con le barriere archiettoniche e sensoriali non c’entra nulla… questa la sua storia.

“Questa non è la storia di un manufatto ma di una casuale e prodigiosa macchina che permette a chiunque, senza limiti di età e di capacità, di fare con i colori un'arte che fa “hooo!!”
Durante lo sgombero di un locale l'occhio è caduto su di un oggetto curioso.
Chissà, forse quella specie di disco volante, forse la manovella che dava l'idea di poter avviare chi sa quale marchingegno, forse il morsetto che faceva immaginare di poter fissare il marchingegno ad un tavolo qualunque per fare pur qualcosa, forse tutto questo o forse l'aria vissuta di un oggetto che dovesse servire e molto abbia già servito…
…ma in realtà la sua funzione e seppure ne avesse una, rimase a lungo un mistero. Nel disco non si poteva alloggiare nulla, incomprensibili le pareti scoscese, incomprensibile il logo, il nome e la marca, unica cosa certa: girava forte con pochi colpi di manovella!
Cambiando di posto di tanto in tanto alle tante cose inutili che si conservano con cura, capitava di guardare il curioso marchingegno e improvvisarne un qualche uso… nulla da fare… unica cosa certa girava forte con pochi colpi di manovella.
Ci seguì apparentemente inutile e sornione in diversi traslochi e maneggiandolo con sempre più diffidenza e meno cura ci si domandava: “ma cosa diavolo lo teniamo a fare? Forse per far compagnia a due ruote in ghisa, anch'esse con morsetto e manovella, una macchina da cucire da calzolaio, ingombrante e pesante, svariati contrappesi di varie dimensioni presupposti da telaio, una grossa pinza tendi tessuto, una ciotola in alluminio, dei fili di vetro di vari colori…. e altre carabattole assortite. Ogni volta uno sguardo dal basso, dal lungo e dal largo… niente da fare, unica cosa certa girava forte con pochi colpi di manovella.
Di come e quando avvenne la svolta in realtà non c'è memoria, forse un'idea venuta in sogno o forse facendo la doccia, di certo l'avvio fu dato da un semplice pezzetto di legno.
Un listello di una quindicina di centimetri, forse più forse meno e due viti.
Due semplici viti che “avvitate in un bel tondo di legno poggiato sopra il misterioso “disco volante” (unica cosa certa girava forte con pochi colpi di manovella), facevano presa nel listello posto al suo interno fissando un piatto, finalmente “piatto”, con inesorabile efficacia allo “scosceso” oggetto metallico.
…e ora si! Gira gira, gira forte, e a girare forte con pochi colpi di manovella è finalmente un bel piano piatto, tondo e liscio che subito ci suggerisce qualcosa.
Fissarci un foglio versare il colore e… schizzarselo addosso e tutt'intorno è stato un esilarante, tragico, e intenso divertimento. Improponibile, trovare una soluzione è stato l'impegno successivo.
Per step successivi, come direbbero gli esperti, vennero un cartone posto intorno, poi il ripiegamento del bordo per “parare gli ultimi schizzi”, un base e un bel bordo solido e protettivo e infine l'attuale assetto con tanto di “cartucciera” per i barattoli dei colori.
Insieme al cartone prendeva forma, per fissare la macchina, un bel piano di legno sagomato ad hoc che trovava elegante e robusto sostegno nella “zampa” in ghisa di una vecchia macchina da cucire e poi ancora, nella versione “on the road” sul telaio di una “sedia a rotelle”
Eccola li, una macchina per colorare, gira forte con pochi colpi di manovella, quattro chiacchiere e poche gocce di colore.
Sembra creare anelli di colore poi si ferma… ed è “giropittura”.
P.S. A fare “giro arte” girando la manovella a tutto più, vengono bei muscoli e si tonifica il corpo (se non tutto almeno un braccio di certo), insomma aiuta a stare "in forma". Con ciò ci hanno fatto notare che a rigor di logica si potrebbe affermare che la “giro pittura” è una attrezzatura in forma…tica.”

Forse con le barriere architettoniche e sensoriali un po’ c’entra.

Se riusciamo a immaginare che una “centrifuga per provette” (il “curioso oggetto” altro non è che questo), possa diventare una mirabolante macchina per dipingere…  forse una città accessibile è possibile davvero.

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